Sopravvivere al Natale (quando si diventa tristi)
Il periodo di Natale è iconograficamente
caratterizzato da gioia ed entusiasmo, con luci, colori, regali e pensieri
positivi verso le altre persone.
Tutto ciò può risultare particolarmente
pesante per chi si è trovato nei mesi precedenti, o addirittura nello stesso
periodo, lutti, separazioni, difficoltà economiche e malattie. Per le ovvie
emozioni che ci si trova a gestire, diventa molto difficile sentirsi in
sintonia con il clima generale, oggigiorno reso ancora più pesante dai media di
quanto sia sentito in realtà dalle persone stesse.
Sentimenti come tristezza e
malinconia possono prendere il sopravvento, soprattutto quando si sentono le
musiche natalizie o ci si trova nel mezzo della frenesia per gli acquisti. Più
che domandarsi il perché di questi stati emotivi, secondo me diventa
fondamentale trovare una adeguata strategia per affrontarli. Come? Innanzitutto
bisogna focalizzarsi su quello che si ha. Senza raggiungere i livelli di
ottimismo insensato alla “Sindrome di Pollyanna” (protagonista di un libro che
faceva il “gioco della felicità”, trovando i lati positivi in qualsiasi
situazione e ignorandone qualsiasi altro negativo), si può comunque lasciare
scorrere nella propria mente i pensieri ostili, accettandoli per quello che
sono, ovvero pensieri e niente più. Mancherà sempre una certa persona che non
potrà essere presente, mancheranno comunque i soldi laddove non si ha un
lavoro, mancherà comunque la salute se si è malati. Arrovellarsi su questi
pensieri non cambierà certamente lo stato dei fatti, ma sicuramente contribuirà
a rendere interminabili i prossimi giorni; accettarne invece l’esistenza e l’importanza,
senza però necessariamente renderli parte di sé, può diventare realmente utile.
Fatto questo, è decisamente meglio concentrarsi su quello che si sta vivendo,
sulle persone con cui si può condividere questo periodo o su cosa si può fare.
Probabilmente non sarà un Natale da film o come quando eravamo bambini, ma potrà essere comunque un buon
Natale.
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