Quando si pensa a chi ha una diagnosi di disturbi specifici di apprendimento, si crede che la cosa peggiore sia il sentirsi etichettato oppure il non riuscire a prendere un bel voto a scuola nonostante l'impegno. La realtà però è, purtroppo, molto differente. Ciò che pesa non è la definizione del disturbo, che per chi non lo vive può voler dire classificare la persona in una categoria definibile come "vorrei ma non posso". Anzi, la definizione a volte è ciò che permette una spiegazione laddove si faticava a trovarne le cause ("perché scrivo storto nonostante le righe?", "perché dopo 5 minuti di lettura mi sento già affaticato?", "perché la tabellina del 7 non mi entra in testa?", ecc.). Il problema, il vero problema, è che avere un D.S.A. significa scoprire ogni giorno qualcosa di nuovo che ti risulta difficile rispetto alle richieste dell'ambiente in cui vivi. Il che a volte dà la sensazione di non avere il pieno controllo di sé: non nel...
Il periodo di Natale è iconograficamente caratterizzato da gioia ed entusiasmo, con luci, colori, regali e pensieri positivi verso le altre persone. Tutto ciò può risultare particolarmente pesante per chi si è trovato nei mesi precedenti, o addirittura nello stesso periodo, lutti, separazioni, difficoltà economiche e malattie. Per le ovvie emozioni che ci si trova a gestire, diventa molto difficile sentirsi in sintonia con il clima generale, oggigiorno reso ancora più pesante dai media di quanto sia sentito in realtà dalle persone stesse. Sentimenti come tristezza e malinconia possono prendere il sopravvento, soprattutto quando si sentono le musiche natalizie o ci si trova nel mezzo della frenesia per gli acquisti. Più che domandarsi il perché di questi stati emotivi, secondo me diventa fondamentale trovare una adeguata strategia per affrontarli. Come? Innanzitutto bisogna focalizzarsi su quello che si ha. Senza raggiungere i livelli di ottimismo insensato alla “ Sindrome di ...
Per qualche misterioso motivo, c'è sempre stata l'idea che per imparare fosse necessario versare sangue, sudore e lacrime. Come se ridendo non fosse possibile apprendere. Studi anche molto recenti hanno dimostrato che un clima positivo e supportivo in classe sostiene motivazione ed apprendimento. Le emozioni infatti hanno una grandissima influenza su questo processo, guidando la sfera decisionale e creativa. Secondo Lev Semënovič Vygotskij l'apprendimento non è un'assimilazione passiva di contenuti, ma implica un'importante attivazione cognitiva ed emotivo. Per Howard Gardner lo studente che è stimolato positivamente e che può associare le nozioni ad emozioni riuscirà ad apprendere con minor fatica e con risultati migliori rispetto a chi non viene emotivamente coinvolto, che rischia invece di dimenticare quanto studiato in tempi decisamente più brevi. Nella mia esperienza professionale, quando si tratta di lavorare sugli apprendimenti cerco sempre di mantenere un...